Uno spettacolo teatrale che è un viaggio nella memoria e nella saggezza popolare, tra stelle dimenticate e racconti ancestrali. In scena Daniele Ronco, che interpreta il personaggio di Margherita - in occitano Margherito -, una donna eco-sostenibile senza saperlo. In casa aveva davvero poco: una stufa, una pentola, un ceppo di legno e qualche capra. Margherita è una figura archetipica, un modello che molti potranno, grazie al proprio bagaglio di esperienze, riconoscere come familiare e vicino a sé. Margherita era sola senza esserlo. Aveva una cerchia di persone che venivano a trovarla, anche solo per il gusto di sedersi accanto a lei e respirare la sua saggezza popolare, le sue poesie, le canzoni, i racconti di una vita che a detta sua non le ha dato molto ma che forse le ha donato cose preziose come la serenità a prescindere dal possesso e dai futili problemi del mondo. Margherita aveva un legame intimo ed ancestrale con il cielo e con le stelle. Depositaria di quei racconti che si tramandavano oralmente di generazione in generazione, è stata l’ultima a conoscere e tramandare le costellazioni con i loro nomi antichi, che riportano a un mondo montano e agreste che non esiste più, legati al tempo e ai ritmi del lavoro nei campi (la chiocciata, il portafusi, i tre falciatori, la portatrice del pane…) e che a loro volta dettavano il tempo del lavoro.